Come il Museo Ginori ha creato le perfette basi per il suo futuro (non solo) digitale

La Fondazione Museo Ginori aveva il compito tutt'altro che semplice di creare una presenza online da zero per una struttura temporaneamente ancora chiusa.

Al contrario della prassi comune, la direzione non era intenzionata a fermarsi a una semplice pagina singola di “Lavori in corso”, bensì voleva sfruttare il periodo di chiusura per creare contenuti che riuscissero a raccontare la complessa storia, culturale e civile, della Manifattura e del suo Museo.

“Lanciare un sito a museo chiuso è un’occasione per promuovere un’altra idea di museo – spiega Consuelo de Gara, responsabile della comunicazione della Fondazione Museo Ginori – e per portare in primo piano quello che comunemente rimane nascosto, ovvero il suo essere un centro di ricerca e di produzione culturale e una comunità impegnata a sviluppare un dialogo critico sul passato, sul presente e sul futuro”.

La Fondazione voleva una piattaforma editoriale senza compromessi, che rispettasse i suoi valori e principi, con performance da centro museale internazionale e una finestra aperta verso la multicanalità.

Tutto il lavoro, poi, per scelta della Fondazione doveva aderire agli standard richiesti alle pubbliche amministrazioni dal Codice dell’Amministrazione Digitale, rendendo quindi tutto il lavoro open source e a disposizione di altri soggetti pubblici.

Lato architettura dell'informazione, il sito doveva essere disegnato affinché potesse raccogliere una parte della vasta collezione di opere del Museo e al contempo raccontare gli aspetti storici e culturali della Manifattura.

Il sito web doveva in sostanza fornire più percorsi di navigazione e più livelli di approfondimento in base alle tante tipologie di utenza prospettate.

La Fondazione Museo Ginori ha deciso di collaborare per questo progetto con Cantiere Creativo per il suo storico di lavori con musei e pubbliche amministrazioni: tutti i progetti utilizzavano tecnologie scalabili, veloci e su misura d'utente.

Il metodo utilizzato da Cantiere Creativo inoltre forniva dei tempi di pubblicazione sicuri, massima trasparenza in tutte le fasi della produzione e un'esperienza decennale nella gestione di contenuto open source.

L'allineamento sui valori fondamentali per un progetto digitale, come l'inclusività, l'accessibilità e la sostenibilità, è stato poi un elemento importante nella scelta finale.

Cantiere Creativo ha sviluppato una piattaforma che combina velocità e affidabilità a un'esperienza editoriale completa e potente.

I tempi di caricamento medi per la homepage sono inferiori al secondo, con il first Contentful Paint a 0,3 secondi, e la navigazione è così veloce da aver richiesto un'animazione di transizione per far notare agli utenti del cambio di pagina, altrimenti a tratti impercettibile. 

L'uso di DatoCMS come headless CMS permette al team interno del Museo Ginori di produrre contenuto modulare, anche complesso, senza bisogno dell'aiuto di uno sviluppatore, potendo gestire con facilità l'ampia mole di contenuti visivi grazie a una Media Area evoluta ed efficace.

Nonostante il progetto si appoggi a SaaS (Software as a Service), Cantiere Creativo ha trovato un metodo per rendere tutto lo sviluppo e la UI Open Source e facilmente consultabile via repository; questo permette ad altri enti e musei di utilizzare alcune delle soluzioni di proprietà della Fondazione senza costo alcuno.

Lo stesso impegno è stato speso per assicurarsi che il sito fosse accessibile e navigabile completamente sia con reader sia da tastiera, dando molta attenzione anche alla leggibilità di contenuti audiovisivi. Grazie a questi accorgimenti, il sito è considerato di grado AA secondo le Web Content Accessibility Guidelines (WCAG) e con voto 100/100 secondo il tool Lighthouse di Google.

La natura modulare del sito web e le potenzialità multicanale dello stack tecnologico scelto possono permettere al Museo Ginori di espandere la propria offerta digitale senza cambiare l'infrastruttura base.

Gli stessi contenuti presenti su DatoCMS possono essere usati per costruire guide interattive via app, totem luminosi nel Museo, mappe cartacee con stampa on-demand o addirittura esperienze di realtà virtuale. 

La natura aperta della tecnologia, poi, potrebbe portare a nuove collaborazioni e sinergie ancora nemmeno immaginate, arricchendo il patrimonio digitale del nostro Paese.